domenica, gennaio 24, 2010

Il bianco è il colore della morte. (3 dicembre 2009)

"Come ti senti quando vieni a contatto con la realtà? Cosa si prova quando è il momento di levare la maschera e di far sì che tutto ciò che hai sempre represso esca improvvisamente?"

Sei un cane sciolto, dopo; almeno per qualche folle minuto. Gridi, arrossisci, ti arrabbi, il cuore accelera, il fiato manca, non sai cosa dici ma sai di aver ragione.

Nessuno ascolta, tutti cercano di calmarti, ti credono pazzo, nevrotico, paranoico; ma se solo...oh, se solo avessero la pazienza di starti a sentire! Dici cose sensate, pensi in fretta col cervello: sembra di vedere il fumetto con gli ingranaggi sopra la tua testa. Ma no, non vieni capito. Non vieni capito, proprio perché dici cose sensate, perché dire cose sensate - e soprattutto metterle in pratica quando le dici - comporta dei rischi: chi è disposto a rischiare? La volontà di rischiare è l'assenza di peccato, oggi.

Sì, ho detto rischiare. Che bella parola! Non come quel maledetto eufemismo "mettersi in gioco": che significa? Assolutamente nulla, è solo un modo di usare tre parole dove una è più che sufficiente.
Ho sempre amato il rischio, è parte di me, porto sempre tutto me stesso al limite, in tutto quello che faccio: notti in bianco a studiare, sfide con me stesso privandomi del sonno, digiuni o abbuffate, bevute alla morte, suonare al limite fisico e/o mentale, lettura veloce, gioco d'azzardo e via dicendo.
Perché spingersi al proprio limite è come sognare, esplori le tue reali possibilità. Impazziresti se te lo impedissero.

E adesso vogliono impedirtelo, ma tu non devi ribellarti a loro, devi solo prendere un'altra strada: la tua.


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