domenica, gennaio 24, 2010

Bravo, bravissimo. (23 gennaio 2010)

Siamo tutti bravi oggi, tutti intelligenti, creativi, espressivi. Ognuno di noi è esentato dal giudizio, perché ha il diritto di avere la sua visione del mondo e delle cose.

Relativismo? Ci rendiamo conto di quanto abbiamo travisato il significato di questa parola? Il relativismo non può essere preso in senso assoluto, per sua stessa definizione: è la negazione degli estremismi.
Il suo lato positivo è proprio la libertà di espressione che ci concede e di cui molti di noi abusano in modo così ottuso: libertà di espressione significa anche che, se stai facendo una cazzata, se sei uno stolto e un incompetente, verrò a dirtelo. Con o senza gentilezza, non ha importanza; sono solo parole.

I gusti non sono gusti, se non derivano da un approfondimento che, purtroppo, solo una minima parte della popolazione mondiale è in grado di fare. Se i gusti sono l'abitudine a vedere, leggere, sentire sempre le stesse cose, allora io non ho gusti. Ho cultura. Ma se invece fossero un qualcosa che una persona costruisce poco a poco, faticosamente, esplorando e conoscendo? In questo caso, i miei sarebbero gusti, i miei e quelli di una ristretta élite di persone; mentre il grosso della gente non avrebbe gusti, ma solo una grande bocca, mai sazia, priva di papille e lingua. Un capiente tubo, riempito di scarti; e la cosa divertente è che questi scarti sono anche più costosi delle cose di valore.

Sembra un concetto snobista dell'arte. Ma l'arte è snob, anche quella popolare. Anche l'artista che vuole solo toccare i cuori inserisce piccole citazioni, tocchi di classe; recepibili solo da pochi, testimonianza del suo reale valore. Anzi, egli è l'artista più infido: dice di voler parlare a più persone possibile, mentre inserisce piccole perle che saranno capite dalla ristretta cerchia al cui rispetto anela.
Un bugiardo, travestito da Messia.

Ma continuate pure ad insultarmi e a criticarmi, non temete. Le mie spalle morali sono molto larghe e sopporteranno tutti i vostri stupidi attacchi; non cederò. Perché è giusto che a ogni cosa sia attribuito il suo valore, l'arte è oggettiva.
Sì, oggettiva.
Perché il rinnovamento e la sperimentazione, insiti nel concetto stesso di arte, sono oggettivi. Ciò che è nuovo è arte, ciò che è maniera no. Una cosa è sempre nuova, nel momento stesso in cui è servita ad innovare al momento della sua nascita; i suoi inventori sono gli unici ad avere il d
iritto di continuare a riprodurre cose simili.

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