mercoledì, giugno 09, 2010
Inverno (completa)
martedì, aprile 20, 2010
Il nostro vuoto intrinseco
giovedì, aprile 08, 2010
(Per ora) Senza Titolo, parte prima
martedì, febbraio 09, 2010
Inverno. (6 febbraio 2010)
venerdì, febbraio 05, 2010
Ottantotto tasti.
lunedì, gennaio 25, 2010
La musica e l'arte del commerciare.
domenica, gennaio 24, 2010
Bravo, bravissimo. (23 gennaio 2010)
Relativismo? Ci rendiamo conto di quanto abbiamo travisato il significato di questa parola? Il relativismo non può essere preso in senso assoluto, per sua stessa definizione: è la negazione degli estremismi.
Il suo lato positivo è proprio la libertà di espressione che ci concede e di cui molti di noi abusano in modo così ottuso: libertà di espressione significa anche che, se stai facendo una cazzata, se sei uno stolto e un incompetente, verrò a dirtelo. Con o senza gentilezza, non ha importanza; sono solo parole.
I gusti non sono gusti, se non derivano da un approfondimento che, purtroppo, solo una minima parte della popolazione mondiale è in grado di fare. Se i gusti sono l'abitudine a vedere, leggere, sentire sempre le stesse cose, allora io non ho gusti. Ho cultura. Ma se invece fossero un qualcosa che una persona costruisce poco a poco, faticosamente, esplorando e conoscendo? In questo caso, i miei sarebbero gusti, i miei e quelli di una ristretta élite di persone; mentre il grosso della gente non avrebbe gusti, ma solo una grande bocca, mai sazia, priva di papille e lingua. Un capiente tubo, riempito di scarti; e la cosa divertente è che questi scarti sono anche più costosi delle cose di valore.
Sembra un concetto snobista dell'arte. Ma l'arte è snob, anche quella popolare. Anche l'artista che vuole solo toccare i cuori inserisce piccole citazioni, tocchi di classe; recepibili solo da pochi, testimonianza del suo reale valore. Anzi, egli è l'artista più infido: dice di voler parlare a più persone possibile, mentre inserisce piccole perle che saranno capite dalla ristretta cerchia al cui rispetto anela.
Un bugiardo, travestito da Messia.
Ma continuate pure ad insultarmi e a criticarmi, non temete. Le mie spalle morali sono molto larghe e sopporteranno tutti i vostri stupidi attacchi; non cederò. Perché è giusto che a ogni cosa sia attribuito il suo valore, l'arte è oggettiva.
Sì, oggettiva.
Perché il rinnovamento e la sperimentazione, insiti nel concetto stesso di arte, sono oggettivi. Ciò che è nuovo è arte, ciò che è maniera no. Una cosa è sempre nuova, nel momento stesso in cui è servita ad innovare al momento della sua nascita; i suoi inventori sono gli unici ad avere il diritto di continuare a riprodurre cose simili.
Il disordine. (21 gennaio 2010)
La parte cosciente si materializza nel fuggire dalle responsabilità, nel tormento interiore perché ci si sente in gabbia, nell'allontanarsi da rapporti personali troppo impegnativi o potenzialmente seri. La parte subcosciente è l'essenza stessa del disordine. Ovvero, avere priorità totalmente diverse da quelle che si attribuirebbero a una cosiddetta persona sensata.
Sono circondato da gente (non persone, proprio gente) che aspira a trovare un lavoro soddisfacente, o quantomeno che gli piaccia; vogliono comprare una casa e farsi una bella famiglia, invecchiare col proprio compagno, circondati da una famiglia che aumenta di numero man mano che le generazioni compaiono.
E ovviamente non vengo capito, quando percepisco dell'assurdo in tutto questo e provo a farglielo notare. Io, bollato da sempre come un insensibile materialista, sono probabilmente più sensibile e attento all'incorporeo di tutti coloro che mi circondano messi assieme.
Perché io desidero l'Arte, desidero il Piacere, la Gioia. Sono alla loro ricerca, disperatamente, da anni; anche senza capirlo. Non è facile capire cosa si desidera e di cosa si ha bisogno, soprattutto se sono concetti così alti e complessi.
Ma quando l'hai capito, niente può fermare la tua ricerca, perché vivrai tutto il resto senza preoccupartene, lasciando che le delusioni del quotidiano, piccole o grandi che siano, ti scivolino sopra.
Non sono importanti.
L'importante è che la Ricerca continui. La Ricerca è importante quanto i suoi obiettivi, perché ogni passo fatto in avanti e ogni errore scovato fanno sì che la Meta sia più vicina.
Filosofia Popolaresca. (29 dicembre 2009)
Le stesse paure, gli stessi errori tornano
Muoio ogni giorno senza possibilità
Alcuna di giustificazione, un'amnistia
Per il mio essere senza redenzione
Se non c'è dio, siamo soli con noi stessi
Le nostre azioni restano indelebili
Nessun magico colpo di spugna
Di nuovo nell'abisso
Aghi mi feriscono, dolore acuto ma non solo
Fisico, è il cuore che sta male e scoprirò
Nuove quotidiane sofferenze e delusioni
Solitudine in un mondo che mai mi vorrà
Anima sola, circondata dall'ostilità
Cambiare! Mi dicono, ma non c'è soluzione
Né continuità d'atteggiamento
Sbalzi repentini ma mai stabili
Non è forse cambiamento questo? No?
Perché cambiare se l'obiettivo è stabile
Controsenso della società e dell'esistenza
Senza risoluzione resta il tormento
Interiore ed esteriore
Sabbia che sale lungo le gambe e presto,
Presto mi seppellirà
Posso sentirla che lambisce le mie labbra
Impasta la mia lingua, graffia la mia gola
Corpo rinsecchito ormai simile a uno scheletro
Simbolo moderno della quotidianità
Anima sola, circondata dall'ostilità
Forse proprio questa è la felicità
Il bianco è il colore della morte. (3 dicembre 2009)
"Come ti senti quando vieni a contatto con la realtà? Cosa si prova quando è il momento di levare la maschera e di far sì che tutto ciò che hai sempre represso esca improvvisamente?"
Sei un cane sciolto, dopo; almeno per qualche folle minuto. Gridi, arrossisci, ti arrabbi, il cuore accelera, il fiato manca, non sai cosa dici ma sai di aver ragione.
Nessuno ascolta, tutti cercano di calmarti, ti credono pazzo, nevrotico, paranoico; ma se solo...oh, se solo avessero la pazienza di starti a sentire! Dici cose sensate, pensi in fretta col cervello: sembra di vedere il fumetto con gli ingranaggi sopra la tua testa. Ma no, non vieni capito. Non vieni capito, proprio perché dici cose sensate, perché dire cose sensate - e soprattutto metterle in pratica quando le dici - comporta dei rischi: chi è disposto a rischiare? La volontà di rischiare è l'assenza di peccato, oggi.
Sì, ho detto rischiare. Che bella parola! Non come quel maledetto eufemismo "mettersi in gioco": che significa? Assolutamente nulla, è solo un modo di usare tre parole dove una è più che sufficiente.
Ho sempre amato il rischio, è parte di me, porto sempre tutto me stesso al limite, in tutto quello che faccio: notti in bianco a studiare, sfide con me stesso privandomi del sonno, digiuni o abbuffate, bevute alla morte, suonare al limite fisico e/o mentale, lettura veloce, gioco d'azzardo e via dicendo.
Perché spingersi al proprio limite è come sognare, esplori le tue reali possibilità. Impazziresti se te lo impedissero.
E adesso vogliono impedirtelo, ma tu non devi ribellarti a loro, devi solo prendere un'altra strada: la tua.
Caino (revisited). (19 novembre 2009)
Dolce menzogna, nascondi la mia colpa
Perdono non è ciò che voglio
Ciò che cerco è salvezza
Dimentica me
Lascia che fugga
Mai più la mia voce sentirai
Né la mia faccia vedrai, sparirò!
Senso di colpa, fratello mio
Fedele, non mi lascerai solo
Accanto a me, nel mio letto
Al risveglio e nel sonno
Non c'è perdono
Se sanno chi tu sei
Marchiato a fuoco
La vergogna non se ne andrà
Uomo in fuga, senza più scampo ma
Corre ancora, corre ancora
Non si fermerà, della vita ne va
Facce curiose studiano il mio viso
Occhi che vedo accendersi
Sono tanti e feroci, mi odiano
Uomo in fuga, senza più scampo
Corre ancora, corre ancora
Non si fermerà, della vita ne va
Io fuggo da me
La mia coscienza non mi darà
Pace, è una lotta
Lotta intestina
Cuore aperto in due
Pensieri si sdoppiano
Doppia identità
Doppione di me
Oscurità, proteggimi
Dolce menzogna, nascondi la mia colpa
Perdono non è ciò che voglio
Ciò che cerco è salvezza
Dimentica me
Lascia che fugga
Mai più la mia voce sentirai
Né la mia faccia vedrai...
Genialità. (14 settembre 2009)
Vincono, ma spesso dopo morti.
Pèrdono, spessissimo.
Ma vale la pena di tentare.
Il silenzio deve finire, prima o poi. (30 agosto 2009)
E, a quanto pare, diventa difficile produrre o vivere qualcosa di estremo che sia anche interessante, piacevole, degno di attenzione, comprensibile e un sacco di altri termini che esemplificano questi concetti.
Vuoti e pieni.
Tuttavia, l'equilibrio porta alla prevedibilità, alla ripetitività. Mancanza di sorprese, scarso interesse, noia.
Questo non ha nessuna pretesa di essere un manifesto artistico, né una raccolta di aforismi e consigli di vita. Non ho il titolo per fare cose del genere, anche se mi piacerebbe averlo.
Chissà, magari un giorno...
A chi può piacere una musica, o una vita (concetti per me inscindibili) che si muove sempre senza scossoni, senza piaceri forti o grandi delusioni? Esistono persone così, non le capisco. Una musica non dà emozioni necessariamente per motivi strutturali: può essere semplice ma avere certe note suonate in modo estremamente particolare. Allo stesso modo, una vita può procedere in modo regolare, stabile, ma essere impreziosita dall'amore per essa di chi la vive: una persona che fa un lavoro a le gradito, per esempio.
Sia chiaro, per questo tipo di cose apprezzo solo la musica, non la vita.
Mi dicono che tendo sempre a portare tutto all'estremo, ma se pensiamo al ragionamento iniziale, pieni e vuoti, vuoti e pieni, il vero equilibrio, la vera bellezza, il vero piacere non sono forse una continua e imprevedibile alternanza tra di loro?
Chi non capisce questa bellezza (la stragrande maggioranza delle persone, almeno per quelle poche che ho conosciuto finora) non capisce la musica e non capisce la vita.
Insicurezza
Alea
Incertezza
Caso
Azzardo
Questo vorrei essere, questo vorrei suonare, questo vorrei vivere: pieni e vuoti.
Realtà? (22 giugno 2009)
Quando senti che la terra ti si sgretola sotto i piedi, puoi solo immaginare che sia per finta. Non lo sgretolamento, la terra.
2 giugno 2009
[...]
La fede anzi è contraddittoria!
La fede presuppone un salto mentale irrazionale per comprendere e accettare l'ordine supremo e razionale dell'Universo.
[...]
La comparsa di una cometa. (16 maggio 2009)
Considerati alienati
Siamo solo ormai
Tenui punti rossi
In una tela di ragno
Falsi pionieri che hanno
Abbandonato la via
Osservati
Isolati
Giudicati
Sputtanati
Introversione
Nessuna emozione
Nel mio esteriore
Resto chiuso la mia
Faccia è un muro
Insormontabile
Imperforabile mi sento
Insondabile ma
Godo
Godo nella solitudine
Di questa falsa ipersocialità
Zero creatività
Si vive e ci si afferma
Per inverosimile mitosi
Si vede
Desolazione
Onanismo intellettuale
Legato per stilemi
Misantropia rivolta a me
Mi rigiro insonne
Mi odio come nessuno
Mai potrebbe odiare un uomo
Mida mi credevo
Ma forse lo sono o forse lo ero
Non più in oro ma in merda
Muore il mio nutrimento
Muore la mia esistenza
Abulia e indolenza
Son sul cornicione
Nego di saperti
Strano mio destino
Fine della storia?
Fango o gloria?
Non la morte la follia nemmeno
Codardia sarà il mio nome inutile
Mosca solitaria nella tela
Di ragno, insieme ad altre
Mille mosche solitarie
Incapaci di reagire, prive
Di sostegno andiamo a morire
Indegnamente
Tenebra mentale
Morte ai nostri sensi
Senza più difese
Scivoliamo dentro
L'oblio